Stèphane Hessel, 93 anni e un impegno politico che nasce dalla Resistenza francese al nazifascismo. Dopo aver condiviso l'esilio a Londra con il Gen. De Gaulle, ritorna in patria e viene immediatamente arrestato e destinato al campo di concentramento di Buchenwald, dal quale riesce a salavarsi, per ben due volte, dall'impiccagione.
Dopo la Liberazione è tra i membri che redigono la Dichiarazione Universale dei diritti dell' Uomo. Insomma, un uomo con qualcosa da raccontare ai nipoti.
“Indignez-Vous!” è il titolo della sua ultima opera che, pubblicata dalla casa editrice di due amici giornalisti, è divenuta immediatamente un successo editoriale in Francia e si appresta ad essere tradotta ed esportata in mezza Europa: in Italia Indignatevi! è stato tradotto e curato da Add Editore.
Indignatevi! è un vibrante pamphlet di circa trenta pagine, nella quali l'autore, accompagnato da una lucidità disarmante, richiama con forza i valori e principi che furono a fondamento della Resistenza.
L'indignazione fu il “motore” che spinse “i fratelli e le sorelle della resistenza” a combattere attivamente le aberrazioni totalitarie di metà secolo, e solo grazie a questo sentimento, tante persone compresero che la responsabilità civile parte dalla sfera individuale,e non può essere delegata “...né al potere né a Dio”.
Un appello affinché, anche oggi, le nuove generazioni tornino ad indignarsi di fronte alle mille contraddizioni della realtà contemporanea, dove i centri di potere si moltiplicano ed assumono forme non sempre percepibili ai nostri occhi, dove chi ha di meno è disprezzato e colpevolizzato, e dove l'indifferenza nutre il conformismo generale.
Le parole di Hessel non rimangono scatole vuote, ma, partendo dalla consapevolezza che “oggi le ragioni per indignarsi possono sembrare meno nette” tentano di smuovere le nostre coscienze rispetto ad argomenti che oggi passano nell'indifferenza generale: dal modo barbaro, con cui la politica si serve del problema immigrazione, fino ad arrivare al generale tentativo di smantellamento di quella “Sècuritè sociale” per cui lui ed altri, hanno combattuto e, fino a prova contraria, vinto.
Le ragioni per indignarsi non sembrano mancare: anche oggi, dove tutto acquista contorni meno netti e più liquidi, l'indignazione rimane quel “motore” in grado di innescare una “insurrezione pacifica contro i mass media, che propongono come unico orizzonte quello del consumismo di massa, del disprezzo dei più deboli e della cultura della competizione di tutti contro tutti”.
Nessun commento:
Posta un commento